America degli anni ’20. Jay Gatsby è un uomo elegante e misterioso.
Possiede una meravigliosa villa con piscina, teatro ogni settimana di sontuose
feste alla moda. Luci, musica, pietanze ricercate sono lo sfondo all’interno
del quale si rincorre una moltitudine di persone, molte delle quali non invitate,
che fanno a gara per attirare l’attenzione del padrone di casa di cui non sanno
nulla. Dal suo canto, il grande Gatsby fa sfoggio di un manierismo e di una
generosità fuori dall’ordinario, tutto per riconquistare una sua vecchia amata,
Daisy, che nel frattempo era convolata a nozze con un ricco imprenditore.
Scopriremo alla fine che Gatsby è un uomo di umili origini che ha
dipinto nella sua mente un vero e proprio romanzo di bugie per avvicinarsi al
mondo della sua amata, fatto di snobismo e colmo di quella spensieratezza
frivola dei benestanti. Quello che Gatsby ha costruito nella sua mente è un
vero e proprio sogno ed anche quando conquisterà la sua amata la realtà gli
sembrerà non all’altezza di quell’illusione che lui stesso aveva generato con
una smisurata passione creatrice.
La storia di Gatsby è quella di un uomo che rinnega se stesso poiché
affascinato dall’illusione della ricchezza, un uomo che è costretto ad
inventarsi una vita non reale per inseguire la propria nevrosi d’amore. La sua
dissimulata insicurezza nasconderà sempre l’ansia di una conquista impossibile.
Il Santo Graal arriverà ma la gioia sperata sarà spazzata da un
incidente d’auto che mostrerà a Gatsby quanto effimero era tutto ciò che aveva
maniacalmente inseguito per un intera vita interiore.
Francis Scott Fitzgerald, fra i maggiori autori dell’età del jazz”, ci mostra una fotografia in bianco e nero di una società spensierata, tutta protesa verso il futuro e il progresso, una società in verità effimera e senza valori che di li a poco si dissolverà sotto gli spietati colpi della grande crisi.
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