Nei
prati o fra le nuvole,
nei
vasi raggelati di ferrame,
tra
ombre di pineti stretti fra
querce
cadenti, su suoni
inanimati
di raggi antropomorti,
Fleurs,
turbini di colori, spinti
dal
soffio blu della vita eterna.
A
volte come pietre stonate,
tal
altre come carni vellutate,
come
rosse schiume esacerbate,
le
magiche candele accendono
gli
odori spargendo nuovi cori
vorticosi
nel cosmico silenzio,
parossismo
di follia, baccanali,
divinità
danzanti con corone
esasperate,
imprigionate, celesti
melodie,
ritmi asimmetrici e verdi
alchimie,
sesso naturale, plesso quasi
astrale….fleurs…uniche regine.
Oniriche
danzanti, non per te che
t’amo
ne per voi che odio, per me
tutt’altro
e per l’eterno, per l’oggetto.
Maestro,
poggia la tua gomma e
col
pennello, crea, di vita tinteggiato
mille
magie, segna ti prego ancora
sulla
carta in bianco e nero della
storia
altri colori…altri Fleurs,
riscopri
in noi bollenti ardori e
cara
avrai la vanagloria.
LdL
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