21 dic 2014

Mordecai Richler – La Versione di Barney



Una prosa logorroica, a tratti schizofrenica ci dipinge la versione di Barney Panofsky, personaggio umano ... troppo umano per essere finto.
Il libro si dipana pagina dopo pagina raccontando la vita "allegramente dissipata" di tale Barney, ebreo canadese autore di sitcom, e con accenti di comicità attraversa il salone della vita aprendo delle visioni sulle finestre del malinconico.
La vita di Barney tocca rivoli di quotidianità che ci fanno toccare con mano l'esperienza umana ...  l'amore, il tradimento, il genio, la creatività, il matrimonio, la giustizia, la paternità, la considerazione, l'oblio, l'invidia, l'amicizia, il tradimento, la malattia ... la morte. Ciascuno di noi, compenetrato dalle parole elegantemente snocciolate dal canadese Mordecai Richler, può riconoscersi in un pezzo di Barney. Per questo l'allegria che pervade gran parte del libro diviene man mano più pesante, affannata, riflessiva ... come l'esperienza umana, fatta di gioie e dolori, di giovinezza e vecchiaia, di entusiasmo e stanchezza.
La versione di Barney, oltre ad essere un libro brillante e davvero molto gradevole, è anche fenomeno di costume e, in un certo senso, di culto. Sono sorti, intorno alle sgangherate e zigzagate esperienze romanzesche, cenacoli letterari, forum spontanei di discussione sopratutto in Italia dove il libro è stato un vero e proprio fenomeno letterario.
Il masterpiece di Richler è così umano perché in un certo senso reale. Anche se l'autore ha sempre smentito che si trattasse di un'autobiografia, i punti di contatto tra la vita di Barney e quella di Richler sono davvero molteplici. Un racconto di una vita reale romanzato, ossia arricchito da immagini fatte di desiderata ed esperienze esterne o immaginarie.
Se avete visto il film ... leggete lo stesso questo meraviglioso romanzo, ne vale davvero la pena. Vi lascerà dentro anche qualche immagine di voi stessi.

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