La crisi economica di questi anni sta mettendo in risalto i gravi ritardi e le carenze strutturali del nostro sistema Italia. Seguendo il sogno e l'intuizione dei nostri padri fondatori abbiamo abbracciato, con speranza e con un pochino di sufficienza sognatrice, l'idea di Europa, una idea di pace, di libertà, di fratellanza e solidarietà. Il futuro della nostra generazione per avere la cittadinanza del vecchio continente ha dovuto rinunciare, oggi, ad alcuni ambiti di sovranità tra cui quella monetaria. Questa rinuncia pone il nostro sistema allo scoperto da comode protezioni di stampo monetaristico mettendo in risalto i nostri limiti. Anche la Germania e la Francia, ieri nostri cugini oggi fratelli europei, hanno fatto la nostra stessa scelta eppure le loro economie non sembrano averne risentito come la nostra. Per capirci; se fossi un imprenditore in difficoltà potrei, se avessi la sovranità monetaria, far deprezzare la mia moneta favorendo così l'esportazione del mio prodotto che all'estero costerebbe di meno. Le mie casse, forse, tornerebbero a sorridere ma avrei comunque perso la sfida della competitività. Se fossi un imprenditore preferirei che gli altri acquistassero il mio prodotto non solo per il minor prezzo ma per le sue qualità. Proprio questo ha perso la nostra Italia .... le qualità. Anche se una parte importante della partita deve essere giocata a livello Europeo, per uscire dalla crisi occorre costruire l'Italia Moderna; questa Italia è un Paese in cui l'evasione fiscale è molto bassa, la corruzione e le mafie vengono combattute senza quartiere, i dipendenti pubblici sono responsabilizzati attraverso meccanismi di valutazione, i processi hanno una durata giusta e ragionevole, le spese improduttive vengono bandite dal bilancio, lo Stato ha una forma di Governo snella, produttiva e rappresentativa, la burocrazia è più semplice e rapida, la classe politica ha dei meccanismi di selezione qualitativa, la formazione ed i processi di educazione sono giusti, completi e meritocratici, il mercato del lavoro è più equo e flessibile, gli Enti locali e le società di gestione sono in numero limitato e ragionevole, vi sono standard qualitativi uniformi dei servizi al cittadino. Una Italia che spende poco e bene, una Italia che lascia fare ai cittadini quello che non è necessario che faccia. Questa deve essere l'Italia di domani una Italia che, senza questi 20 anni persi, avremmo potuto avere già oggi.
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