
Solo la Presenza può tramutarsi in azione. La costruzione del futuro della nostra società, dei meccanismi che la regolano, coinvolge le azioni di diverse intelligenze e generazioni .... ecco perchè la Presenza è Futuro.
22 gen 2013
Le false verità

18 gen 2013
L'Italia Moderna
La crisi economica di questi anni sta mettendo in risalto i gravi ritardi e le carenze strutturali del nostro sistema Italia. Seguendo il sogno e l'intuizione dei nostri padri fondatori abbiamo abbracciato, con speranza e con un pochino di sufficienza sognatrice, l'idea di Europa, una idea di pace, di libertà, di fratellanza e solidarietà. Il futuro della nostra generazione per avere la cittadinanza del vecchio continente ha dovuto rinunciare, oggi, ad alcuni ambiti di sovranità tra cui quella monetaria. Questa rinuncia pone il nostro sistema allo scoperto da comode protezioni di stampo monetaristico mettendo in risalto i nostri limiti. Anche la Germania e la Francia, ieri nostri cugini oggi fratelli europei, hanno fatto la nostra stessa scelta eppure le loro economie non sembrano averne risentito come la nostra. Per capirci; se fossi un imprenditore in difficoltà potrei, se avessi la sovranità monetaria, far deprezzare la mia moneta favorendo così l'esportazione del mio prodotto che all'estero costerebbe di meno. Le mie casse, forse, tornerebbero a sorridere ma avrei comunque perso la sfida della competitività. Se fossi un imprenditore preferirei che gli altri acquistassero il mio prodotto non solo per il minor prezzo ma per le sue qualità. Proprio questo ha perso la nostra Italia .... le qualità. Anche se una parte importante della partita deve essere giocata a livello Europeo, per uscire dalla crisi occorre costruire l'Italia Moderna; questa Italia è un Paese in cui l'evasione fiscale è molto bassa, la corruzione e le mafie vengono combattute senza quartiere, i dipendenti pubblici sono responsabilizzati attraverso meccanismi di valutazione, i processi hanno una durata giusta e ragionevole, le spese improduttive vengono bandite dal bilancio, lo Stato ha una forma di Governo snella, produttiva e rappresentativa, la burocrazia è più semplice e rapida, la classe politica ha dei meccanismi di selezione qualitativa, la formazione ed i processi di educazione sono giusti, completi e meritocratici, il mercato del lavoro è più equo e flessibile, gli Enti locali e le società di gestione sono in numero limitato e ragionevole, vi sono standard qualitativi uniformi dei servizi al cittadino. Una Italia che spende poco e bene, una Italia che lascia fare ai cittadini quello che non è necessario che faccia. Questa deve essere l'Italia di domani una Italia che, senza questi 20 anni persi, avremmo potuto avere già oggi.
17 gen 2013
UNA NUOVA RAPPRESENTATIVITA’ DEMOCRATICA
La storia degli ultimi venti anni
ha posto in evidenza l’allargarsi del deficit democratico ossia l’aumentare
della distanza tra le istituzioni ed i cittadini. Gli organi deputati dalla
nostra Carta Costituzionale a realizzare il ruolo di raccordo tra cittadini e
governance furono individuati dai padri costituenti nei partiti politici.
Questa scelta fu dettata per ragioni di carattere storico, contingente ed anche
di natura pratica. Quello di cui nessuno sembra interessarsi è la mancata
realizzazione di quel processo di funzionamento democratico di tali soggetti a
rilevanza costituzionale. Non solo non si è inteso uniformare gli statuti dei
partiti politici ai dettami della partecipazione democratica, effettivamente aperta,
attraverso la previsione di liberi meccanismi di selezione meritocratica ma,
nel tempo, abbiamo assistito ad una trasformazione dei nuovi schieramenti in
organismi autoreferenziali di controllo oligarchico del potere e della cosa
pubblica.
I partiti politici hanno
rappresentato il fallimento della nostra democrazia oltre ché un mostruoso peso
gravante sul contenitore sociale-Stato. Ma è possibile una organizzazione dello
Stato senza partiti ? E’ possibile parlare di fenomeno politico senza questi
strumenti ? Se andiamo ad analizzare il carattere genetico di quella specifica
forma di organizzazione di gruppo politico (ossia di un insieme di persone che
si interessa della polis) ci accorgeremo dell’eminente carattere di Artificialità.
Un partito politico non nasce da un gesto naturale o da una idea di libertà ma
si innesta su una forzosa aggregazione fatta intorno ad un fine specifico ossia
l’obiettivo di ottenere il comando di una comunità per la realizzazione di una
specifica e particolare idea di bene comune, diversa da quella di cui altre
unioni artificiali si fanno portatrici. Pertanto il bene comune, fine ultimo
della politica, diviene così un bene particolare, il bene di una unione forzosa
ed artificiale di uomini che stanno insieme per far prevalere le proprie
accezioni. L’inclinazione interiore dell’animo umano è in prima istanza di
natura sociale e relazionale e poi politica. L’uomo nasce e comincia a
relazionarsi con i suoi simili all’interno dei contesti e degli ambiti che la
propria inclinazione sente come propri. Scoperta la propria inclinazione
relazionale libera e naturale si accorge del diritto che è relazione tra simili
che in quanto tali vogliono garantire la loro stessa esistenza. Allargando lo
sguardo l’uomo intravede altre comunità relazionali e scopre la politica, ossia
la modalità concreta di coesistenza tra gruppi attraverso un punto di incontro
che è il bene comune, il diritto dei diritti, ossia la inclinazione pubblica della
normatività. L’uomo che si aggrega per un fine precipuo e politico o meglio per
sovrastare la volontà degli altri gruppi e piegarli al proprio volere salta il
primo gradino della relazione e trasforma la sua volontà di aggregarsi da
libera in forzosa. Ecco che la volontà umana si fa volontà politica nel senso di
volontà decisionista (per dirla alla Carl Schmidtt) si fa prevaricazione
dell’altro trasformando il bene comune in un paravento ove realizzare la
propria volontà decisionale.
Il superamento di questo stato di
aberrazione della volontà di organizzare la politica risiede nella
valorizzazione delle c.d. formazioni sociali tutelate dalla nostra Carta
Costituzionale e riconosciute quali enti di diritto naturale ove si svolge la
personalità dell’uomo. Riprendendo la lezione di Costantino Mortati sugli
ordinamenti giuridici ci accorgiamo che le formazioni sociali sono altrettanti
sistemi di diritto libero che esistono e coesistono al di la della volontà
politica. Le formazioni sociali rappresentano la libera e naturale inclinazione
dell’uomo alla relazione. L’uomo si aggrega agli altri liberamente, secondo la
propria personalità, seguendo la sua ragione naturale. Ecco che le aggregazioni
sociali rappresentano l’inclinazione reale dell’uomo, il percorso della sua
stessa vita, la proiezione della sua stessa natura, del suo percorso sulla
terra. Le organizzazioni sociali sono, per questo, autentiche.
Ecco perché una nuova forma di
organizzazione politica passa attraverso le organizzazioni sociali superando la
riluttività della dialettica partitica. La politica è dialettica, incontro,
scontro tra formazioni naturalmente libere, il bene comune è il punto di
incontro delle varie nature umane riflesse in esse.
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